Visualizzazione post con etichetta The Pirate Bay. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta The Pirate Bay. Mostra tutti i post

martedì 24 novembre 2009

The Pirate Bay chiude: la fine del download? Non proprio...

La notizia che "il galeone dei pirati" stia affondando ha fatto il giro del mondo in pochissime ore. Uno dei tantissimi motivi che hanno spinto li tre "amigos" alla chiusura del più grande tracker BitTorrent del mondo è stato sicuramente i non pochi problemi legali avuti di recente, ma non solo. Il mondo informatico evolve giorno dopo giorno e così accade anche per le tecnologie destinate al download:

Pirate Bay smette di essere un tracker BitTorrent perché la tecnologia dei tracker è ormai sorpassata: il futuro sono i magnet link e le Distributed Hash Tables. In pratica il vecchio sistema centralizzato viene sostituito da un sistema distribuito.

Non c'è più un server cui appoggiarsi ma ogni nodo della rete peer to peer esegue parte del lavoro di ricerca e condivisione. Dal punto di vista legale ciò significa che non esiste più un server da chiudere con l'accusa di violazione del copyright perché il funzionamento del sistema è decentralizzato: è un po' la stessa evoluzione subita dalla tecnologia alla base di eMule nel passaggio dai server alla rete Kademlia.

Per gli utenti, ai quali interessa sostanzialmente avere un link su cui cliccare per avviare il download, cambia poco: potranno sempre usare il motore di ricerca della Baia dei Pirati (almeno fino all'estate 2010, quando inizierà il processo d'appello) ma poi cliccheranno su un magnet link.

Il client Torrent che effettuerà il download dovrà essere aggiornato per supportare questo sistema (le ultime versioni dei software più usati sono già al passo) ma, a parte questo, tutto resta come prima.


Per chi invece si occupa di lotta alla pirateria tutto ciò può significare qualche problema in più: la mancanza di un tracker porta sia all'impossibilità di avere un server da chiudere o mettere in difficoltà (come sta accadendo ultimamente) - dato che tutto è gestito dai singoli nodi della rete - sia alla mancanza di un punto di partenza stabile per le indagini mirate a stanare i condivisori.

Anche senza tracker, Pirate Bay resterà il punto di riferimento per lo scarimento tramite protocollo Torrent, ma forse cambierà logo: un'azienda svedese - la Sandryds Handels AB - si è accorta che il famoso galeone non è un marchio registrato e sta tentando di appropriarsene per apporlo su una linea di chiavette Usb.

Secono Peter Sunde, che di tanto in tanto sembra riprendere il ruolo di portavoce della Baia (nonostante l'abbia ufficialmente abbandonato), quella di Sandryds è solo una registrazione preliminare che deve ancora essere approvata dalle autorità e sarà facilmente annullata.

Mal che vada, magari vedremo Pirate Bay in tribunale per difendere la proprietà intellettuale che le appartiene

sabato 21 novembre 2009

La nave dei pirati affonda: The Pirate Bay chiude!

Lo staff del più grande tracker BitTorrent del mondo, The Pirate Bay, ha annunciato che si sta lentamente spegnendo.

Un'avventura iniziata il 21 novembre 2003, quando un gruppo di amici (Gottfrid Svartholm, conosciuto sotto lo pseudonimo di anakata, Fredrik Neij, TiAMO, e Peter Sunde, brokep) dalla Svezia decisero di avviare un tracker BitTorrent chiamato ‘The Pirate Bay‘ che divenne ben presto uno dei più grandi tracker BitTorrent su Internet utilizzato da milioni di utenti per la condivisione dei file.

Sebbene il sito resterà operativo (per ora) milioni di utenti BitTorrent perderanno l’uso del proprio tracker preferito, mentre (fortunatamente) possono ancora contare sui molti tracker alternativi ancora funzionanti. Il sito della baia dei pirati continuerà infatti a funzionare come motore di ricerca per file torrent. Invece lo storico server dove in questi anni sono transitati più di 25 milioni di utenti sarà donato ad un museo.

Purtroppo The Pirate Bay non verrà solo ricordato per essere stato il più grande tracker BitTorrent, ma soprattutto per la causa legale mossa dalle major per la violazione sul Copyright. Infatti il 17 aprile 2009 i quattro fondatori de "La Baia dei Pirati" sono stati condannati a un anno di prigione per complicità nella violazione di diritti d'autore. I quattro dovranno anche versare 30 milioni di corone (2,7 milioni di euro) di danni e interessi all'industria discografica, cinematografica e dei videogiochi, che reclamavano 117 milioni di corone a titolo di mancati guadagni.

I legali dei quattro hanno subito annunciato di voler ricorrere in appello. Ora la Stampa attende la prossima estate, quando si terrà il processo di appello di The Pirate Bay. Giungono però rumours che uno dei giudici a presiedere la corte di Appello abbia a che fare con Spotify, servizio legale di streaming online, per ascoltare album full lenght in streaming. Gli avvocati delle parti coinvolte hanno già segnalato tale anomalia, è forse per tale motivazione che il processo di appello è stato spostato all'estate del 2010.

Ironia della sorte o solo fatale destino che questa notizia la stia pubblicando esattamente oggi, 21 novembre 2009, dopo esattamente 6 anni dalla fondazione de "La Baia dei Pirati"? Forse entrambe, perchè con "The Pirate Bay" muore un pezzo di storia, così com'è stato per Napster, prima quando ancora non esistevano "muli", "torrenti" o altro ancora.